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Studenti, professori e genitori uniti contro i tagli alla scuola pubblica

Il 10 Novembre 2012 migliaia di studenti, professori e genitori di molte scuole di Roma si sono ritrovati nel primo pomeriggio a piazza dell’Esquilino per muoversi in corteo verso il MIUR, Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Lo scopo della manifestazione era quello di urlare ancora una volta a gran voce il dissenso nei confronti delle manovre adottate dal governo ed in particolare dal ministro Profumo per saldare il debito pubblico a discapito della scuola statale, quindi dell’istruzione degli studenti e del lavoro degli insegnanti.

Particolarmente difficili da digerire risultano le nuove norme per cui verrebbero introdotti i privati all’interno delle scuole con un certo potere decisionale, cancellato il Collegio Docenti e ridotta la rappresentanza degli studenti nel Consiglio d’Istituto (legge ex Aprea), e quelle che, modificando il contratto dei professori senza discussioni sindacali, prevedono l’aumento delle ore di lezione senza alcun aumento dello stipendio e, anzi, il blocco del contratto   (provvedimenti contenuti nel Patto di Stabilità).

I bersagli diretti delle riforme sono quindi i professori di ruolo e non, quelli colpiti immediatamente dopo gli alunni, ma indirettamente ne va del lavoro delle nuove generazioni: come oggi si passa sopra alla contrattazione sindacale dei contratti dei docenti, domani si farà con le altre categorie.

È inoltre inammissibile un’ennesima richiesta di sacrifici alla scuola pubblica che già ne ha fatti troppi in passato. Ormai il tempo di tacere è finito, è iniziato quello di far capire che la situazione è inaccettabile sotto ogni punto di vista.

I cittadini hanno il diritto, sancito dalla costituzione, di un’istruzione pubblica garantita a tutti:

Articolo 33: La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Articolo 34: La scuola è aperta a tutti. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

Tali principi potrebbero venire meno qualora i provvedimenti proposti dal governo venissero messi in atto: i tagli sulle scuole causerebbero l’aumento delle tassa d’iscrizione e l’introduzione di privati limiterebbe le libertà d’azione della scuola pubblica.

La manifestazione è stata del tutto pacifica ed ordinata, ha mostrato il sostegno reciproco tra professori ed alunni, ha evidenziato l’interesse per l’istruzione anche a costo di sacrificare un pomeriggio libero per il valore condiviso della preservazione della scuola pubblica.

Il corteo è stato accompagnato da striscioni e slogan, nonché dalla musica di una banda vivace, capace e coinvolgente. Uno dei cori più ripetuti è stato senz’altro ‘Se non cambierà, lotta dura sarà’, ad indicare la volontà di non arrendersi fino al raggiungimento dei risultati richiesti. Sugli striscioni portati dai ragazzi e dai professori si leggevano frasi rivolte al ministero e al governo, tra le più brillanti “Niente e nessuno fermerà le nostre menti”, “- profumo + arrosto”, “Non si Apre-a i privati”.

È stata infine espressa solidarietà nei confronti di tutte le vittime delle riforme in atto appartenenti ad altri settori e delle violenze perpetrate da organizzazioni neofasciste.

Arrivato davanti al ministero il corteo si è fermato ed esponenti delle diverse componenti (genitori, professori e studenti) hanno avuto occasione di esprimere la propria indignazione.

Però questa non sarà certamente l’ultima delle forme di protesta che saranno messe in atto, alcuni appuntamenti già sono stati fissati, altri si stanno ancora discutendo, ci si rivedrà ancora più numerosi il 14 novembre, nell’ambito della manifestazione europea contro l’austerity.

Di seguito le mie foto della manifestazione (i volti presenti sono stati oscurati):

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Pubblicato da su 11 novembre 2012 in scuola

 

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